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Terenzi “minaccia” di rivolgersi al Prefetto per l’inerzia del presidente Mascarin

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Terenzi e Mascarin

Nella foto da sinistra a destra Marco Terenzi e Gastone Mascarin.

Portogruaro, 24.04.2018. La misura è colma. Il capogruppo del Centrosinistra, Marco Terenzi, è intenzionato a rivolgersi alla Prefettura di Venezia se il presidente del consiglio comunale, Gastone Mascarin, non provvederà a portare all’esame della commissione competente e, successivamente, del parlamentino portogruarese la proposta di deliberazione sul gioco d’azzardo legale. Terenzi ricorda che è ferma dall’estate scorsa la richiesta del Centrosinistra di approvare il regolamento comunale riguardante le sale da gioco e le apparecchiature elettroniche per il gioco lecito, nonché la raccolta di scommesse e la pratica e l’esercizio di giochi con vincita in denaro. L’iniziativa del Centrosinistra è motivata dal fatto che il fenomeno del gioco d’azzardo patologico costituisce anche nella Città Metropolitana di Venezia uno dei fenomeni di forte allarme sociale che richiede misure integrate per limitare le conseguenze sociali dell’offerta dei giochi su fasce di consumatori psicologicamente più deboli. All’inizio di quest’anno il Centrosinistra aveva sollecitato l’Amministrazione comunale affinché promuovesse in commissione la discussione sui giochi con vincita in denaro per poi iscrivere la proposta di deliberazione all’ordine del giorno del consiglio comunale. La presidenza del consiglio aveva assicurato che della questione se ne stava occupando il segretario generale con i servizi comunali competenti e che la proposta sarebbe stata portata all’attenzione della commissione competente e del consiglio comunale. Da allora sono trascorsi ormai 4 mesi e – sottolinea Terenzi – “nessun’altra comunicazione formale ci è pervenuta, in particolare sulle motivazioni che hanno impedito il prosieguo del procedimento. Il provvedimento non è stato esaminato né dalla Commissione competente né tantomeno dal Consiglio Comunale.” Nel frattempo l’amministrazione comunale non è stata con le mani in mano, ma in maniera completamente autonoma ha voluto incontrare le associazioni di categoria per approfondire la bozza di regolamento sulla disciplina dei giochi leciti con vincita in denaro. A darne conto è stato il Gazzettino del 5 aprile altrimenti nessuno, al di fuori del municipio, lo avrebbe saputo. Durante l’incontro presieduto dall’assessore Luigi Geronazzo (foto a lato), l’amministrazione ha ascoltato le istanze delle categorie secondo le quali il regolamento, proposto dalla Prefettura di Venezia e già entrato in vigore in altri comuni del Veneziano, è troppo restrittivo e quindi, mi permetto di aggiungere io, mette a repentaglio i loro interessi. Per questa ragione l’amministrazione è intenzionata ad elaborare un regolamento “equilibrato che tenga conto dei vari interessi in campo.” Fa specie osservare – leggendo quanto riportato sul Gazzettino – che l’amministrazione comunale non aveva convocato allo stesso tavolo i rappresentanti delle Forze dell’Ordine né il personale del SerD, il servizio per le Dipendenze dell’Ulss 4, che hanno in cura molti pazienti affetti da ludopatia, ma si era limitata a sentire un’unica campana. Comportamento anomalo e difforme da quello seguito, invece, dall’amministrazione sandonatese, guidata dal sindaco Andrea Cereser, che in maniera virtuosa aveva convocato in un analogo incontro, risalente a tre anni fa, tutti i soggetti interessati. Nella città del Piave il regolamento sui giochi d’azzardo legali è entrato in vigore già dal 2016 nonostante le forti resistenze dei consiglieri comunali di Forza Italia, guarda caso lo stesso partito che a Portogruaro ha dimostrato di saper ascoltare solo le esigenze di chi gestisce giochi leciti con vincite in denaro. Concludo dicendo che l’assessore Geronazzo ha previsto di arrivare ad un regolamento “equilibrato” entro l’estate. Non è chiaro, però, se alla stesura del regolamento concorreranno anche le osservazioni del gruppo di Centrosinistra. L’impressione è che il documento arriverà “blindato” in commissione con scarse possibilità di emendamenti.

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