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Rinvio mozione salvaguardia Ospedale di Portogruaro. Terenzi: “Se il centrodestra non la riproporrà , lo faremo noi”

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M. Terenzi

Portogruaro, 12/11/2017. Il capogruppo del Centrosinistra, Marco Terenzi, ha dichiarato, a margine della conferenza stampa di ieri, che è certamente intenzione del suo gruppo riprendere in mano l’iniziativa sulla salvaguardia della sanità locale qualora la maggioranza voglia lasciare nel cassetto la propria mozione sulla realtà ospedaliera del Veneto orientale.

Quest’ultima era stata illustrata dalla capogruppo della Lega, Alessandra Zanutto, nel consiglio comunale del 3 ottobre scorso, ma era stata poi ritirata perché il documento era stato giudicato irricevibile dalla minoranza. I proponenti avevano accolto il suggerimento del presidente del consiglio, Gastone Mascarin, di ripresentare il documento opportunamente emendato alla successiva assise in modo da addivenire ad un’approvazione condivisa. Se fosse stata messa ai voti in quella seduta ottombrina sarebbe stata comunque approvata (visto che la maggioranza ha i numeri seppure risicati), ma senza i voti della minoranza. Ciò non avrebbe dato un segno di compattezza e uniformità di tutto il consiglio comunale, bensì un segnale di debolezza all’esterno. In particolare di fronte a quelle realtà istituzionali del Veneto orientale (dal vicegovernatore della Regione, Gianluca Forcolin al sindaco di Fossalta di Piave, Massimo Sensini, entrambi della Lega) che da tempo premono insistentemente per la realizzazione dell’ospedale unico. Proprio per bloccare queste aspirazioni, nella mozione del centrodestra si legge che “è importante reinvestire sui nosocomi esistenti (Portogruaro, San Donà di Piave e Jesolo) in modo da avere per l’intero Veneto orientale ospedali di alto livello tecnologico ancora più fortemente attrattivi.” Ed ancora: “Da quando è stato riattivato l’ospedale di Portogruaro, dopo il superamento delle iniziative assurde precedentemente attivate, si sta assistendo ad un progressivo riutilizzo del nostro nosocomio, riducendosi così le fughe extraregionali”. Quest’ultimo passaggio è assai singolare in quanto chi lo legge è indotto a pensare che l’intero ospedale San Tommaso dei Battuti era stato disattivato in passato mentre è vero solo per quanto concerne il suo punto nascite che è rimasto chiuso per ben due anni. Le assurde iniziative, che avrebbero minacciato la salvaguardia dell’ospedale di Portogruaro con la realizzazione del nuovo nosocomio, non possono che derivare dalla Regione Veneto e dal suo presidente, Luca Zaia, in quanto è in capo a loro la gestione della sanità regionale. Non certo al sindaco di Portogruaro o ai suoi colleghi del Veneto orientale che non ne hanno la competenza né dovrebbero essere interpellati su dove ubicare, qualora la si voglia fare, la nuova struttura ospedaliera. Chiederlo a loro equivale a lanciare il pomo della discordia all’interno della conferenza dei sindaci del Veneto orientale con effetti nefasti facilmente immaginabili. Nella mozione si elogia, inoltre, il presidente Zaia per la sua scelta lungimirante nell’aver voluto fortemente un coordinamento ospedaliero su due poli, come l’attuale, andando anche a definire l’importante realtà sanitaria riabilitativa di Jesolo. E’ incredibile come qualcuno si sia già dimenticato che la Regione Veneto si è spesa, negli anni passati, per l’esatto contrario. Ricordo, solo per fare un esempio, un incontro organizzato a Portogruaro dall’allora assessore regionale, Daniele Stival, che si sforzava di convincere la platea, con l’aiuto dei dirigenti dell’Ulss 10, della opportunità di realizzare un ospedale unico nel Veneto orientale. Ora capite perché la minoranza consiliare non ha potuto approvare una simile mozione. Terenzi, su mia precisa domanda, ha detto che ad oggi “non ha ricevuto alcuna bozza né un invito a concertare con i capigruppo una nuova mozione.” Il timore è che la questione sia stata messa in un cassetto. Nel caso in cui tardasse l’iniziativa da parte del centrodestra, Terenzi ha assicurato che “il suo gruppo riprenderà certamente in mano la questione anche alla luce del recente sciopero dei medici di base che ha detto delle cose molto chiare: c’è una forte preoccupazione in loro, che sono operatori della sanità, e nei cittadini, perché la Regione Veneto non ha ancora attivato i servizi territoriali. “Noi –ha concluso Terenzi – abbiamo la necessità di non parlare con vuote parole, ma abbiamo la necessità di far sì che i sevizi territoriali ci siano e siano messi in rete. Gli stessi devono incontrare i bisogni dei pazienti con cronicità. L’ospedale deve essere sempre di più un ospedale specializzato che risponda alla fase acuta.”

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