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Portogruaro. Inapplicata la mozione della Lega volta a promuovere il referendum per l’autonomia del Veneto

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Portogruaro, 09/10/2017. Ne discutono animatamente in consiglio comunale giungendo, in maniera rocambolesca, ad approvarla, ma alla fine non trova concreta applicazione.

Stiamo parlando della mozione, presenta dal gruppo di maggioranza della Lega Nord, che impegna il sindaco e la giunta a pubblicizzare le iniziative promosse dalla Regione Veneto e dai comitati in ordine al quesito referendario sull’autonomia del Veneto del 22 ottobre. Su questo importante tema domani sera, 10 ottobre, si terrà un incontro pubblico presso il centro culturale Altan Venanzio alla presenza di due consiglieri regionali, iscritti alla Lega Nord, e di un costituzionalista. A poco più di 24 ore dall’inizio di questo evento, promosso dal Comitato del Sì, né il sito web né la pagina facebook del Comune di Portogruaro ne danno notizia. Pure sul cavalletto, collocato presso la Villa Comunale e riportante gli eventi organizzati presso strutture comunali, non c’è traccia. Noi l’abbiamo appreso visitando la pagina facebook di alcuni consiglieri locali del Carroccio e del moderatore della serata. La domanda allora sorge spontanea. In quali modi il sindaco e la giunta di Portogruaro intendono effettivamente promuovere le iniziative legate al referendum sull’autonomia? Visto che non si vogliono, a quanto pure, utilizzare i mezzi di comunicazione istituzionali, perché il sindaco Maria Teresa Senatore e il presidente del Consiglio Comunale, Gastone Mascarin, hanno votato a favore di questa mozione? Forse perché non volevano urtare la sensibilità dei leghisti? Non avrebbero fatto meglio a seguire l’esempio dei consiglieri di maggioranza Barro e Moro (Lista Civica) che hanno votato contro questo documento giudicandolo un mero atto politico che impegnava l’amministrazione comunale ad andare oltre i propri compiti istituzionali? Alla luce della mancata promozione dell’evento di domani sera, il gruppo consiliare di Centrosinistra e quello Misto hanno fatto bene a uscire dall’aula al momento del voto della mozione leghista, perché così facendo hanno sì permesso la sua rocambolesca approvazione, ma oggi hanno messo in evidenza la sua non attuazione. Condivisibile pure la scelta del capogruppo Marco Terenzi (centrosinistra) di non essersi opposto alla discussione della mozione in aula, ma di aver colto l’occasione non solo per illustrare i vizi di illegittimità del dispositivo, ma anche di spiegare le ragioni del suo dissenso verso il referendum del 22 ottobre.

 

 

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