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Portogruaro. Approvata la mozione sul Referendum per l’Autonomia del Veneto

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Portogruaro, 06/10/2017. Approvata, in maniera assai rocambolesca, la mozione sul Referendum per l’Autonomia del Veneto presentata dalla Lega Nord.

Il documento chiedeva l’impegno del sindaco e della giunta a promuovere una corretta comunicazione ed informazione verso la cittadinanza in ordine al quesito referendario sull’autonomia del Veneto del 22 ottobre. Inoltre di pubblicizzare le iniziative promosse dalla Regione Veneto e dai comitati sul tema referendario. Nel consiglio comunale di Caorle un analogo testo era stato ritirato, perché secondo il segretario comunale andavano corretti alcuni aspetti di illegittimità, contenuti nel documento, mentre il suo omologo portogruarese non ne aveva riscontrati. Cosicché nella città del Lemene si è andati al voto nonostante il consigliere del M5s, Claudio Fagotto, e il capogruppo del Centrosinistra, Marco Terenzi, avessero chiesto ai proponenti di ritirare la mozione invocando vizi di illegittimità o quantomeno la sua inopportunità. Fagotto ha sottolineato che il consiglio comunale non poteva, in base alla normativa vigente, impegnare il sindaco a pubblicizzare le iniziative dei promotori del referendum, ma doveva limitarsi alla mera organizzazione (allestimento seggi, ecc..). Terenzi ha esordito “rimproverando” il presidente del Consiglio, Gastone Mascarin, di aver letto la mozione giudicandola un atto puramente amministrativo quando, invece, era palese a tutti che si trattava di un atto politico. Il richiamo di Terenzi aveva costretto Mascarin ad interrompere la lettura della mozione lasciando il compito ai proponenti, ossia al capogruppo della Lega Nord, Alessandra Zanutto. In seguito l’esponente dem, come è sua abitudine, ha argomentato la sua contrarietà ad approvare quel documento entrando anche nel merito del quesito referendario. Mentre stava esponendo le proprie ragioni, è stato bruscamente interrotto dal consigliere grillino secondo il quale non aveva alcun senso dilungarsi nel fare pubblicità negativa al referendum, perché la vera questione era un’altra: l’illegittimità della mozione. Dopo questa breve interruzione, il capogruppo del “Centrosinistra Più Avanti Insieme” ha potuto riprendere la parola evidenziando il fatto che il governatore Zaia, attraverso un referendum propagandistico ed oneroso, stava chiedendo ai veneti un mandato che da tempo avrebbe potuto realizzare entro il quadro costituzionale vigente negoziando ulteriori poteri con lo Stato centrale, così come stava facendo, senza bisogno di referendum e di spendere circa 14 milioni di euro dei contribuenti, la Regione Emilia Romagna. “I cittadini devono inoltre sapere – ha osservato Terenzi – che se il referendum registrerà la vittoria del SI, anche preponderante, non si parlerà comunque per il Veneto di statuto speciale e né il Veneto otterrà, di diritto, maggiori risorse. Per ulteriori poteri su materie concorrenti e maggiori risorse dovrà avviare la negoziazione con lo Stato centrale, cosa già prevista dalla Costituzione.” Entrando nel merito della mozione, Terenzi vi ha ravvisato dei contenuti irricevibili e istituzionalmente illegittimi quando viene chiesto al Comune di promuovere le ragioni a sostegno del referendum, come traspare dalle premesse della mozione, che devono essere invece oggetto dell’attività degli appositi comitati. Il Comune – come per ogni altra consultazione – deve limitarsi a informare i cittadini circa l’oggetto della consultazione, la data della consultazione e gli orari di apertura dei seggi, i soggetti dell’elettorato attivo e passivo, le modalità di voto dei cittadini esteri, del voto domiciliare, le aperture ordinarie e straordinarie dell’ufficio anagrafe e di quello elettorale, etc. Queste sono le informazioni che il Comune deve ai cittadini per legge, senza bisogno di una mozione, peraltro di contenuto marcatamente politico. Dai banchi della maggioranza, mentre i leghisti ed il fedelissimo alleato forzista, Enrico Zanco, si sforzavano di convincere la minoranza dell’utilità del referendum, il capogruppo della civica “Noi siamo Portogruaro”, Giorgio Barro, annunciava il suo voto contrario giudicando la mozione un atto politico che impegnava l’amministrazione comunale ad andare oltre i suoi compiti istituzionali. Della stessa opinione anche il collega Cristian Moro mentre il terzo componente della civica, Raffaele Foglia, ha preferito astenersi dal voto. Giunti al momento della votazione i consiglieri di minoranza (Centrosinistra e Gruppo Misto) hanno preferito uscire dall’aula per i motivi di illegittimità della mozione poc’anzi ricordati. Contro hanno votato soltanto i due membri della civica “Noi siamo Portogruaro” e il consigliere Fagotto. A favore il sindaco Maria Teresa Senatore, il presidente del Consiglio, Gastone Mascarin, i tre consiglieri della Lega e il forzista Zanco. La maggioranza, nonostante i disaccordi interni sulla mozione, è riuscita comunque a far approvare il testo presentato dalla Lega.

 

 

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