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PORTOGRUARO, 25 APRILE 2016. CERIMONIA SENZA “BELLA CIAO”, MA I CITTADINI LA CANTANO LO STESSO

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Stamani l’Amministrazione Comunale di Portogruaro ha celebrato il 71^ anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo senza la tradizionale esecuzione dell’Inno della Resistenza al termine della cerimonia.

Portogruaro, 25/04/2016. Nei giorni scorsi si era diffusa con insistenza la notizia che il sindaco Maria Teresa Senatore, appartenente al Centrodestra, non solo non avrebbe ammesso l’esecuzione di “Bella Ciao” al termine della cerimonia, ma non avrebbe voluto alcuna persona al suo seguito ad eccezione delle autorità militari. E così è stato. La presidente della locale sezione dell’ANPI, Maria Grazia Liverani, si è dovuta schierare assieme ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’armi dove ha comunque ricevuto la stretta di mano dal sindaco Senatore (vedi foto copertina). In quel frangente una cinquantina circa di persone, riunitesi sul tratto di Liston prospiciente la centralissima Piazza della Repubblica, hanno fatto sentire la loro voce intonando “Bella Ciao”. Tra loro ho riconosciuto Antonio Bertoncello e Bruno Panegai (rispettivamente ex sindaci di Portogruaro e di Fossalta), esponenti del mondo sindacale, della Sinistra Antagonista e più in generale cittadini a cui stanno a cuore, evidentemente, i principi dell’Antifascismo. Ad onor del vero non ricordo una partecipazione così massiccia della cittadinanza alla celebrazione del 25 aprile. La decisione (imputabile quasi certamente all’attuale sindaco) di cancellare l’esecuzione della canzone “Bella Ciao” ha innescato una “chiamata alle armi” da parte di coloro che sono affezionati all’Inno della Resistenza. Per la cronaca non ho udito nessuna invettiva all’indirizzo del sindaco Senatore. Molto probabilmente se si fosse mantenuto il consueto cerimoniale non ci sarebbe stata questa grossa partecipazione di pubblico. Infatti negli scorsi anni il numero di coloro che sceglievano di assistere alla cerimonia del 25 aprile era uguale o di poco inferiore a quello dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche schierati in piazza. Nel corso della odierna cerimonia la parola “resistenza” è stata bandita. Molto significativo è un episodio avvenuto presso la foresteria della Villa Comunale, dove una lapide ricorda i partigiani uccisi tra il 1944 e 45. Prima che il sindaco deponesse un serto floreale, Vittorio Battiston, un anziano autiere che “sovraintendente” questo genere di cerimonie, ha letto a voce alta solo la prima parte dell’epitaffio riportato su questa lapide “Onori a chi ha combattuto per l’indipendenza, la libertà e la giustizia della patria” tralasciando la successiva ed ultima riga che recita: “furono uccisi dalla cieca violenza nazifascista”. In un’analoga circostanza, avvenuta nel 2013 quando il sindaco era ancora Bertoncello, Battiston, disse: “Onori ai caduti per la Resistenza”. Forse sarà stato solamente un caso, ma quest’anno era davvero difficile sentir scandire la parola Resistenza. Degno di nota anche il ridotto parterre delle autorità civili schierate ai piedi del palazzo municipale. Mai come quest’anno ci sono stati così pochi rappresentanti della giunta e della maggioranza consiliare: sSolamente il sindaco e l’assessore comunale Luigi Geronazzo. A quest’ultimo debbo fare i miei complimenti perché, a differenza della cerimonia per il 4 novembre, questa volta non è rimasto in silenzio durante l’Inno di Mameli, ma lo ha cantato in maniera convinta. Merito della presenza della nostra telecamera? Chissà! Accanto a lui c’erano l’On. Sara Moretto del Partito Democratico e la prof. Imelde Rosa Pellegrini, rappresentante dell’ANPI. Ci ha incuriosito la presenza della parlamentare renziana accanto alle autorità civili in piedi davanti al municipio, perché i consiglieri comunali che appartengono al suo stesso schieramento politico avevano scelto di restare in mezzo alla gente comune. Quest’anno è stato un 25 aprile decisamente anomalo rispetto al passato. Forse dovremmo iniziare a farci l’abitudine.

 

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