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I GIOVANI MARTIRI DI BLESSAGLIA CI INSEGNANO CHE LA LIBERTÀ VA CONQUISTATA GIORNO PER GIORNO

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Pramaggiore, 27/11/2016. Come è ormai consuetudine, nell’ultima domenica di novembre viene celebrata la commemorazione dei martiri della resistenza giustiziati dai nazifascisti nel novembre del 1944 a Blessaglia.

I testimoni di quell’eccidio, oggi adulti, hanno notato una somiglianza meteorologica tra l’odierna giornata uggiosa, caratterizzata dalla nebbia, e quella che ha visto 72 anni fa morire una decina di giovani partigiani, il più “vecchio” aveva solamente 27 anni, tramite impiccagione. I nazifascisti perpetrarono questo eccidio per punire coloro che avevano fatto brillare i ponti di Blessaglia con alcune cariche esplosive. Pare che i danni arrecati ai manufatti non fossero stati consistenti, ma quell’atto di sabotaggio diede il pretesto alle brigate nere di S. Donà di Piave e Portogruaro, insieme alle SS della sede del Comando tedesco di Pravisdomini, di compiere una feroce repressione. L’azione punitiva doveva servire da monito a tutta la popolazione locale che venne fatta riunire di fronte ai platani, che costeggiavano la Postumia, per assistere all’esecuzione dei condannati. Oggi quegli alberi non ci sono più. Sono stati tolti quando si è proceduto alla recente realizzazione della rotatoria di Blessaglia. Il ricordo di quei tragici eventi, però, viene mantenuto vivo di anno in anno, soprattutto tra i giovani, da una commemorazione, organizzata dal Comune di Pramaggiore, alla quale partecipano attivamente gli allievi della vicina scuola media. Sulle note dell’inno d’Italia è stata deposta una corona d’allora sul cippo commemorativo accanto al quale è stata collocata per l’occasione una scala di legno. Si tratta della stessa scala che venne usata per adagiare a terra i corpi senza vita dei partigiani dopo che rimasero appesi ai platani per un paio di giorni. Agli studenti è spettato il compito di raccontare questa triste e dolorosa pagina della storia di Pramaggiore. Poi hanno eseguito dei brani musicali intervallati da poesie. Tra queste “Per i morti della resistenza” di Giuseppe Ungaretti, scolpita sul cippo in ricordo dei martiri. Ad ascoltare con attenzione i ragazzi, oltre ai cittadini e a varie rappresentanze territoriali dell’ANPI, c’era pure un nutrito schieramento di amministratori locali con tanto di fascia tricolore al petto ed i gonfaloni dei comuni alle loro spalle. In prima fila c’era il vicesindaco di Pramaggiore, Fausto Pivetta, il quale ha sottolineato come coltivare la memoria significa essere italiani fino in fondo. Significa dare il nostro più sentito ringraziamento a coloro che si sono sacrificati per la democrazia e la libertà nel nostro Paese. Tra coloro che hanno presenziato sin dall’inizio alla cerimonia, abbiamo visto i consiglieri comunali Massimo Sforzin, Oscar Savian, Luca Morosin, Alessandro Zanon provenienti rispettivamente da Ceggia, Gruaro, San Donà di Piave, Teglio Veneto. Il Comune di Musile di Piave ha inviato il proprio assessore, Luciano Carpenedo, mentre a rappresentare la città di Portogruaro c’era la sindaca Maria Teresa Senatore che lo scorso anno, a causa del concomitante svolgimento della Fiera di Sant’Andrea e “a impegni personali a vario titolo”, non era riuscita a partecipare a questa cerimonia né ad inviare alcun rappresentante del proprio comune. Altre quattro donne portavano la fascia tricolore: l’assessore di Fossalta di Portogruaro, Eleonora Cervesato, il sindaco di Annone Veneto, Ada Toffolon, il vicesindaco friulano di Azzano Decimo, Lorella Stefanutto, ed il vicesindaco di Concordia Sagittaria, Erica Chinellato, che in questo ultimo periodo sta sostituendo il primo cittadino concordiese, Claudio Odorico, intento a seguire delle terapie riabilitative dopo un delicato intervento al cuore. Per il comune di San Stino di Livenza c’era il vicesindaco Mauro Marchiori. La cerimonia ha visto inoltre la partecipazione della parlamentare dem Sara Moretto e dei rappresentanti regionali e provinciali dell’ANPI, rispettivamente Diego Antonio Collovini e Tullio Cacco. Le parole conclusive del cerimoniere, il prof. Aldo Malvaso (foto in basso), hanno sottolineato un aspetto importante della odierna commemorazione, ossia il fatto che non c’è alcun spirito di violenza, di vendetta verso ciò che è stato fatto molti anni fa. Quei partigiani, che sacrificarono la propria giovane esistenza nel novembre del 1944, ci hanno insegnato che la libertà non è un dono, ma una conquista pagata spesse volte con la vita. La libertà non è data una volta e per sempre. Bisogna conquistarla giorno per giorno con il nostro comportamento, con le nostre attività.

 

 

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