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(VIDEO). Portogruaro. Il sindaco Senatore celebra per la prima volta il 4 novembre

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Una serie di spiacevoli inconvenienti ha segnato la prima uscita pubblica del sindaco Senatore ad una solenne cerimonia. Inoltre il presidente locale dei combattenti e reduci, Olivo Nogherotto, le ha rubato la scena con un fuori programma.

Portogruaro. Stamani, in occasione della festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, abbiamo seguito la prima uscita pubblica del neo-sindaco Maria Teresa Senatore ad una solenne cerimonia. La giornata ha avuto inizio con l’ormai tradizionale deposizione di una corona d’alloro presso l’ossario dei caduti austro-ungarici durante la 1^ guerra mondiale. I resti di questi militi sono conservati attorno ad un tempietto interno al cimitero cittadino. Successivamente il corteo, composto dalle massime autorità civili, militari nonché dalle rappresentanze delle Associazioni d’Arma e quelle studentesche, si è diretto verso il centro storico. Attorno alle ore 10.00 ha fatto il suo ingresso in piazza della Repubblica un picchetto armato del 5° Reggimento Artiglieria Terrestre “Superga” di Portogruaro. Da questo momento ha avuto inizio una serie di spiacevoli disguidi che in parte si devono far ricondurre all’inesperienza della nuova amministrazione comunale dall’altra a scelte precise non condivisibili. Ma andiamo per ordine. Il primo intoppo si è verificato quando l’Inno Nazionale è stato diffuso dagli altoparlanti quando ancora si udivano gli squilli del trombettista ed il comandante del picchetto stava ancora impartendo l’ultimo ordine. Tra le autorità schierate davanti al municipio c’erano l’assessore Luigi Geronazzo (Forza Italia) ed il vicesindaco Ketty Fogliani (Lega Nord). A differenza del primo cittadino, questi due componenti della giunta non hanno aperto bocca durante l’inno di Mameli. Comprensibile, ma non giustificabile il silenzio dell’esponente leghista in quanto gli appartenenti a questo partito, autonomista-indipendentista a corrente alternata, mal digeriscono i simboli dell’unità italiana. Stupisce invece la scena muta fatta dall’assessore Geronazzo, lui che è un battagliero rappresentante di Forza Italia. Chi altri, se non un esponente forzista, dovrebbe cantare a squarcia gola l’Inno di Mameli? Forse i militanti di estrema destra. Uno sparuto numero di questi ultimi, senza esibire i loro distintivi, ha fatto stamani una fugace apparizione in Piazza della Repubblica. Anche questo può essere interpretato come un segno del cambiamento di chi governa la città ora che il Centro-sinistra è passato tra i banchi della minoranza.

Tra le autorità militari chi, invece, si è contraddistinto per aver scandito bene le parole dell’Inno nazionale è stato il Capitano Michele Laghi, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Portogruaro. Al termine dell’alzabandiera il sindaco Senatore, con al suo fianco il presidente locale dei combattenti e reduci, Olivo Nogherotto, ha deposto tre serti floreali presso altrettanti cippi che ricordano il luogo dove sono stati uccisi dai nazi-fascisti tre partigiani. Ma diversamente dagli scorsi anni, il sindaco ha deposto i mazzi di fiori a terra anziché infilarli dentro le apposite “gabbie metalliche” fissate ai lampioni. Una scelta dettata, quasi certamente, dall’inesperienza, ma che fa rimanere comunque molto perplessi. Per la cronaca, al termine dell’intera cerimonia, i serti floreali sono stati raccolti da un solerte dipendente comunale e inseriti nelle sopracitate gabbie. Le struggenti note del silenzio sono riecheggiate in piazza quando è stata deposta la corona d’allora sul monumento equestre dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. In tale occasione il sindaco aveva al suo fianco un ufficiale dell’Esercito e dall’altro Olivo Nogherotto. Quest’ultimo, con un ampio gesto della mano, ha richiamato più volte l’attenzione del cerimoniere verso di sé, perché voleva leggere un suo breve scritto per omaggiare il ricordo dei caduti durante l’ultimo conflitto mondiale. Il primo cittadino ha avuto il suo buon da fare a tenerlo a bada rassicurandolo che il suo desiderio sarebbe stato esaudito nonostante, sembra, non fosse previsto dal cerimoniale. E così è stato. Dopo la lettura della preghiera ai caduti di tutte le guerre, il sig. Nogherotto ha preso il microfono e, con la sua inconfondibile voce squillante, ha iniziato a leggere il testo che si era preparato. Prima, però, ha invitato tutti coloro che si trovavano nei plateatici dei bar che si affacciano su piazza  della Repubblica ad alzarsi in piedi. Come potrete vedere dal video, che abbiamo realizzato, gli avventori seduti al bar Sguerzi si sono alzati in piedi. Non sappiamo come si siano comportati quelli degli altri locali perché dalla nostra posizione era impossibile vederli. Nella sua lettera il presidente dei reduci ha voluto ricordare, in particolare, la scomparsa di un giovane combattente che nel gennaio del 1943 venne dichiarato disperso. Solamente un mese prima, dal fronte, aveva scritto ai suoi familiari invitandoli a pregare per lui, perché temeva per la sua vita. Un caloroso applauso ha accolto le ultime parole pronunciate da Nogherotto il quale, rivolgendosi ai suoi commilitoni che non avevano più fatto ritorno a casa, ha gridato: “eroi, eroi, eroi!”. Il sindaco, accompagnato dalle autorità militari, si è poi avviato verso il municipio creando un forte sconcerto tra i rappresentanti delle Associazioni d’Arma presenti, perché non aveva stretto loro le mani come era consuetudine. Poi, però, è ritornata sui suoi passi andando a portare il suo saluto alle associazioni combattentistiche.

 

 

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