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Portogruaro. Più di mille persone dicono no all’ospedale unico nel Veneto Orientale (VIDEO)

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Portogruaro: Saranno state duemila, come ha asserito il sindaco Bertoncello, oppure “solamente” un migliaio le persone che stamani, domenica 19 ottobre, hanno partecipato al presidio dinanzi all’ospedale cittadino in difesa di quest’ultimo e dei servizi socio-sanitari del territorio?

Portogruaro, 19.10.2014. Al di là del solito balletto di cifre è innegabile che la cittadinanza ha risposto in massa alla “chiamata alle armi” dell’intero Consiglio Comunale di Portogruaro. Protagonista indiscusso è stato il sindaco Antonio Bertoncello che è riuscito, facendo leva sul suo carisma, a conquistare il consenso e gli applausi del pubblico presente. Prima di lasciare la parola alla Presidente del Consiglio Comunale, Ivana Franceschinis, e ai rappresentanti di varie associazioni, Bertoncello ha ringraziato tutti per l’ampia partecipazione ricordando che “stando uniti, come abbiamo dimostrato questa mattina, noi siamo in grado di difendere i diritti socio sanitari di questo territorio”. La Presidente Franceschins, dopo aver  fatto presente che la Sanità è un diritto sancito dalla Costituzione italiana, ha illustrato brevemente gli accadimenti che hanno segnato la storia recente dell’antico ospedale San Tommaso dei Battuti dal 1991 ai giorni nostri. E’ stata ricordata la decisione, presa recentemente dalla Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale, di promuovere un ulteriore studio comparativo ed organico per avere elementi oggettivi per eventuali scelte future nell’ambito della riorganizzazione della sanità locale. Nel frattempo il Consiglio Regionale veneto ha bloccato ogni conversione dei presidi ospedalieri di San Donà di Piave e di Portogruaro in attesa dei risultati di questo studio e della conseguente decisione che verrà presa dalla Conferenza dei Sindaci. Se, come ci è parso di capire questa mattina, la volontà dei cittadini, espressa più volte dal Consiglio Comunale, è quella di mandare in soffitta il progetto di ospedale unico nel Veneto orientale mantenendo gli attuali due presidi di San Donà di Piave e Portogruaro, allora la Regione non potrà che prenderne atto una volta per tutte e procedere all’applicazione delle schede ospedaliere. Ciò vorrebbe dire iniziare ad eliminare i reparti doppioni presenti nei sopracitati nosocomi con il trasferimento di chirurgia nella città del Lemene e di medicina in riva al Piave. Uno scenario inquietante che preoccupa tutti per i disagi che ne conseguiranno. Ma i rappresentanti locali delle associazioni hanno fatto capire di essere contrari a questo tipo di riorganizzazione sanitaria. Il portavoce dello SPI CGIL del Portogruarese nonché ex sindaco di Fossalta di Portogruaro, Bruno Panegai, ha invocato una maggiore attenzione da parte del Presidente della Regione, Luca Zaia, verso questo territorio di confine che quotidianamente si deve confrontare con il vicino Friuli Venezia Giulia. L’ULSS 10 è l’azienda sanitaria che riceve dalla Regione la minor quota pro capite di trasferimenti che, invece, dovrebbe essere allineata a quelle delle altre realtà venete. “Se la Regione vuole contenere sul serio la spesa della sanità-ha concluso Panegai- si risparmi sulle grandi strutture, come l’ospedale dell’Angelo di Mestre, e sugli affari sporchi che avete fatto fino a ieri e che continuate a fare.[..] I cittadini di questo territorio non sono i nemici della Conferenza dei Sindaci. I nemici sono altri: sono la Regione Veneto e i poteri forti. Non è il Portogruarese l’avversario del Sandonatese né il contrario: assieme siamo un’unica realtà. Soltanto rimanendo uniti riusciremo a vincere.” A non essere convinta che l’ospedale unico sia la scelta migliore è anche la rappresentante del Comitato per la difesa dei servizi socio sanitari nel Veneto orientale. E’ stato espresso,inoltre, il timore che le medicine di gruppo integrate, che dovrebbero garantire 24h su 24 la prima presa in carico del cittadino bisognoso di cure, non siano così efficaci come vogliono farci credere. I cittadini devono ricordarsi di appartenere, come è sempre stato sino ad oggi, al proprio medico di base. Secondo il rappresentante delle associazioni di categoria manifestazioni pubbliche come quella di oggi servono per impedire che il territorio venga derubato delle sue ricchezze: le scuole, l’università, gli uffici territoriali, le forze dell’ordine ed ultimo, ma non certo per importanza l’ospedale. Il sindaco Bertoncello, prima di concludere la manifestazione lanciando in aria dei palloncini colorati come gesto di speranza per una sanità migliore nel nostro territorio, ha tenuto a ribadire che quest’oggi la città ha dimostrato di essere unita a partire dalle associazioni di categoria sino alle organizzazioni sindacali. La stessa cittadinanza ha palesato la sua vicina alle posizioni espresse dal Consiglio Comunale smentendo chi pensava che i due soggetti fossero isolati tra loro. Il Consiglio Comunale da sempre ha discusso pacatamente e ha cercato di trovare la soluzione migliore per dare risposte ai nostri cittadini. Bertoncello ha poi fatto presente che se anche il piano socio-sanitario regionale prevede un ospedale unico ogni 200 mila abitanti, il Veneto orientale, per effetto del turismo, supera abbondantemente questa soglia raggiungendo un picco di 400 mila persone. Quindi la Regione pensi bene prima di mettere in campo soluzioni organizzative che non rispondono alle esigenze dei nostri cittadini. In conclusione Bertoncello ha invitato tutti a non abbassare la guardia e a rimanere vigili. Nel frattempo il Consiglio Comunale vuole continuare a dialogare per ricercare le soluzioni migliori.  A margine della manifestazione segnaliamo la presenza di alcuni soggetti politici che hanno voluto esporre  alcuni manifesti.  La minoranza consiliare di Teglio Veneto, guidata da Stefano Spivach, ha issato in aria quattro cartelli. Uno in particolare ha attirato la nostra attenzione. Quello in cui c’era scritto: “I CITTADINI DI TEGLIO V. DIFENDONO L’OSPEDALE DI PORTOGRUARO. IL SINDACO TAMAI (di Teglio Veneto ndr.) NO! PERCHE’?”  Gli appartenenti a Rifondazione Comunista hanno portato con sé una bandiera del partito ed uno striscione che diceva “no all’ospedale unico” mentre poco più in là i militanti del M5S hanno tenuto sopra le loro teste cartelloni che promuovevano il loro movimento ed un altro che chiedeva al sindaco Bertoncello di essere chiaro in merito alla sua contrarietà all’ospedale unico.

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