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Portogruaro: In Consiglio Comunale si è approfondito il progetto recupero ex Perfosfati

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Portogruaro, 24.05.2018. Il consiglio comunale di lunedì ha chiarito, in parte, quali sono le intenzioni dell’amministrazione comunale e gli interventi dei tecnici per quanto concerne il piano di risanamento conservativo e consolidamento per la rifunzionalizzazione dell’immobile “ex Perfosfati”. Il bisogno di chiarimenti non è nato dalla maggioranza (Forza Italia, Lega Nord e civica Noi Siamo Portogruaro), ma dall’intera opposizione che ha fatto convocare un’apposita adunanza del parlamentino portogruarese. Le questioni, che non hanno avuto risposta lunedì, si spera verranno chiarite in una prossima commissione consiliare richiesta, anche quest’ultima, dalla minoranza. Dal canto suo la maggioranza pensava, sbagliandosi di grosso, di aver chiuso il capitolo ex Perfosfati dopo aver convocato, lo scorso aprile, una commissione consiliare per illustrare il progetto ed aver chiesto ai cittadini, tramite incontri pubblici, cosa sarebbe dovuta diventare l’ex Perfosfati. Poi ha approvato una serie di delibere di giunta senza discussione, senza confronto e senza condivisione alcuna. Tutto ciò denota una grave lacuna nella trasparenza dell’attività amministrativa nonostante, a parole, la sindaco affermi il contrario. Lunedì, ad aprire la lunga serie di interventi è stato il capogruppo del Centrosinistra, Marco Terenzi, il quale ha sottolineato come con i 5 milioni circa del “Bando Periferie” l’Amministrazione potrà intervenire solo per fermare il degrado dell’intero capannone. La bonifica dei terreni, il rinforzo strutturale per la piena sicurezza statica, per l’eliminazione della vulnerabilità sismica e gli interventi di impiantistica, tutti presupposti indispensabili per la rifunzionalizzazione, sono fuori dall’attuale progetto. Per Terenzi è incomprensibile la scelta della giunta Senatore di aver abbandonato il progetto della precedente Amministrazione denominato “Interventi di bonifica e riqualificazione dell’area “Ex Perfosfati” – Parco archeologico”, oggetto – fra l’altro di tutte le autorizzazioni ed approvazioni dei numerosi Enti di competenza – che con il medesimo importo (sempre 5 milioni di euro ca) prevedeva la bonifica dell’area rimanente, la conservazione di parte del capannone con la sua rifunzionalizzazione per un’area espositiva, direzionale e di servizio, e la riproposizione del valore simbolico del capannone attraverso il recupero quale testimonianza di archeologia industriale della restante parte più ammalorata del capannone, insieme al completamento dei percorsi di accesso al centro storico. Com’è possibile – vi starete chiedendo – che il vecchio progetto, con il medesimo importo, contemplasse la bonifica e tutto il resto mentre quello nuovo no? E’ molto semplice. Il nuovo progetto prevede il mantenimento e la conservazione integrale di entrambi i capannoni mentre quello precedente prevedeva il recupero di uno solo di essi. Perciò si sono rese necessarie una serie d’interventi (molto costosi) che assorbiranno interamente le risorse stanziate dal Ministero: pulitura, attraverso lavaggio, della struttura esistente, rimozione della ruggine e trattamenti anti aggressione, ricostruzione calcestruzzo dopo la rimozione di quello ammalorato, rifacimento della copertura inserendo una guaina tra la struttura e le sue tegole, rifacimento delle condutture di scarico di acqua piovana. Mentre il vecchio Master Plan aveva ben chiaro anche la destinazione d’uso dell’ex Perfosfati, con il nuovo progetto tutto è in alto mare in attesa che la maggioranza decida (con calma) cosa ospiterà l’ex Perfosfati. Il capogruppo del M5s, Claudio Fagotto, ha sollevato forti dubbi su due aspetti. L’accordo di partenariato, presentato dall’amministrazione Senatore alla Città Metropolitana di Venezia per accedere al Bando Periferie e, quindi al contributo statale, si intitola “Interventi di bonifica e riqualificazione dell’area “ex Perfosfati – Parco Archeologico”. Ma se si va a leggere l’intestazione della delibera di giunta n.77, che approva il succitato schema di accordo, la dicitura bonifica scompare rimanendo solamente “riqualificazione dell’area ex Perfosfati”. Per il dirigente Area Tecnica del Comune non c’è alcuna differenza tra i due documenti, in quanto ciò che conta non è il titolo, ma il contenuto degli stessi. Il tecnico ha poi spiegato come avverrà la bonifica, non oggetto della presente progettazione, che il Comune si impegna comunque a realizzare, anche con risorse proprie, a posteriori: si scaverà un diaframma lungo 100 metri e profondo 6 metri sul lato sud della Perfosfati per bloccare il dilavamento delle ceneri di pirite. Il costo dell’intervento si aggira sui 250 mila euro, una cifra di gran lunga inferiore alla totale rimozione della rimanente pirite per la quale ci vorrebbero circa 1.5 milioni di euro. Poi Fagotto ha posto un quesito al segretario comunale che quest’ultimo non è riuscito a chiarire riservandosi di dare una risposta nei prossimi giorni: “Il progetto approvato -ha detto Fagotto – è quello della precedente amministrazione. Ora si presenta un nuovo progetto che non rende fruibile l’area. Chiedo che vengano chiarite immediatamente se le nostre osservazioni sono corrette o meno, per evitare di vedersi ritirare il finanziamento quando lo Stato si accorgerà di aver valutato positivamente un progetto che di fatto non verrà mai realizzato.” Sulla questione è intervenuto il tecnico del Comune dicendo che la fruibilità dell’immobile è legata alla scelta della sua destinazione d’uso che deve ancora essere decisa.

 

 

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